Il Fotografatore PoP e il matrimonio tra un tunnel carpale e le mode del momento
30.01.2018 23:48Ci sono argomenti che tra marito e moglie è meglio evitare. Anni e anni di matrimonio dovrebbero consolidare la convinzione che meno cose Lei sa e meno possibilità di ricattarci avrà. Non solo: ci sono argomenti che Lei aggira scrupolosamente per non dover costringere il marito a quella disperata difesa a oltranza nota anche col nome di "negare sempre".
Calma, niente panico: non sto parlando di segretarie o di vecchie amiche di scuola.
Parlo di hi tech, di materiale elettronico, di tutte quelle cose che fanno sbavare noi maschietti. E, nella fattispecie, di attrezzatura fotografica.
E' vero, mi ero ripromesso di non parlarne mai, ma questa volta farò un'eccezione.
Da tempo ero alla ricerca di un obiettivo specifico per ritrattistica, la grande mia passione. Intendo dire l'obiettivo definitivo, quello che non cambierai più, almeno si spera. Le difficoltà insite in una scelta simile sono quelle che tanti conoscono bene: l'investimento economico (locuzione molto più dolce de "i soldi necessari"), le caratteristiche della lente, la sua compatibilità con il sistema già in possesso, la sua fruibilità, eccetera.
Il mercato, si sa, offre tantissime possibilià per tutti i gusti, per tutti i bisogni e per tutte le tasche. Ma anche per tutti i bicipiti. Perchè una volta risolto lo stucchevole problema dei soldi (l'apposito tesoretto accumulato nel tempo mette a tacere quasi tutti i rigurgiti della coscienza) si pone il problema delle dimensioni e del peso. Si perchè nonostante il ricorrente mito del "io ce l'ho più grosso (l'obiettivo)" , si è gonfiata come un fiume in piena la corsa alla leggerezza e alla cosiddetta trasportabilità. A guardarsi in giro oggi sembra che non sia più possibile fare fotografia con macchine e obiettivi grossi. Frotte di fotografi che passano da un sistema all'altro, da un brand all'altro alla ricerca della leggerezza estrema. Il fotografatore PoP, incurante, rimane coerente al percorso fatto in anni di onesta carriera e tenta di resistere alle sirene e al loro melodioso canto.
Ma complice una certa età, qualche acciacco alle ginocchia e quel nuovo, fastidioso dolorino che ogni due settimane gli prende il polso destro, le sue certezze vacillano. Il medico dice di portar pazienza e di prendere qualche anti infiammatorio.
Ma lui, che ne sa?
E così quel nuovo, bellissimo, grosso e pesante obiettivo su cui il fotografatore ha messo gli occhi diventa improvivsamente un avversario da guardare con sospetto, un nemico della salute e delle giunture. Ricomincia l'arrovellamento se acquistarlo oppure no, si soppesano tutti i pro, tutti i contro, il rapporto qualità prezzo, si spulciano le recensioni on line e puntualmente ci si imbatte in chi ne dacanta le doti ma ne deplora il peso.
Poi, una bella giornata di sole e la decisiva quanto logica argomentazione che "tanto si vive una volta sola", portano alla ineluttabile decisione di dare aria alla carta di credito.
L'obiettivo arriva e in effetti per essere grosso, è proprio grosso. Ma una volta innestato sulla reflex sorprendentemente non pare poi così pesante. Si fanno delle prove, si va un po' qui e un po' lì. E la verità è proprio quella: il "mattone" non è poi così pesante. O magari sono io che son più forte di quel che credevo.
Appurato che l'investimento sembra essere un buon investimento, non resta che spostare lo scontro sul terreno più difficile: fare qualche bel ritratto alla mia modella preferita.
Così una pallida domenica di mezzo inverno si va a fare due passi postprandiali. Lei è dannatamente bella (mi sento poeta maledetto - ndr) e le danzo intorno col famoso nuovo obiettivo. Tra un sospiro di sopportazione e l'altro si fa riprendere poi, a un certo punto,si avvicina osservando il mio ultimo acquisto. Come dicevo all'inizio, ci sono cose che tra marito e moglie non serve dirsi.
"Bello" dice.
E sento un brivido che dalla nuca mi arriva fino al coccige.
Una tattica efficace, in questi casi, è quella di cambiare discorso. Sviare l'attenzione del nemico dal nostro punto debole.
"E' pesantissimo -le dico- roba per veri uomini!" e gonfio i pettorali sotto al cappotto per far colpo.
"Fa sentire..." ribatte lei.
Le passo la reflex col bestio non senza un filo di preoccupazione per l'incolumità della mia attrezzatura: lei è quella che non riesce a svitare un tappo delle bottigliette d'acqua. Figuriamoci.
La prende in mano, la rigira, la soppesa. E poi me la ridà.
"Bah, non mi sembra poi così pesante. Sei il solto esagerato".
Insomma, per farla breve qulche buona foto l'ho portata a casa. Insieme a un sano ridimensionamento frutto della saggezza di mia moglie. E insieme anche a una qual certa impressione di pappamolle.
Però ora ho qualche motivo in più per guardare con scettico cipiglio quelli che corrono dietro alla "leggerezza" e continuare a essere contento di quel che ho.
Tranne per quel fastidioso dolore al polso, detto tra noi.