Il Fotografatore PoP tra parenti e stalkers: Cicerone e Catone, oggi, sarebbero su facebook?

09.04.2018 11:45

Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

E' passato alla storia questo famoso incipit del grande avvocato repubblicano ed è divenuto lo sfogo per antonomasia di chi si sente ingiustamente preso per il collo dagli altri.

Crescere in una famiglia numerosa e poi formarne una propria presenta onori e oneri: tanti regali ai compleanni ma tante vecchie, malandate e noiose zie da andare a trovare; tavolate lunghe cariche di allegria ma conti impossibili nei ristoranti; cacche maleodoranti che vorresti morire ma tanti regali per la festa del papà; e via dicendo.

Si impara anche a stare al mondo, a relazionarsi con gli altri ma, inevitabilmente se non altro per un mero calcolo statistico, se sei un appassionato di fotografia giunge il fatidico giorno in cui qualcuno pensa bene di affidarsi alle tue mani capaci ed esperte.
Così, per esempio, qualcuno potrebbe chiederti di fotografare il battesimo della tua nipotina.

Tu accetti perché sai che ci sono delle volte che la qualità delle fotografie non ha la minima importanza: i legami di sangue, si sa, hanno fatto la storia moderna. Vai, scatti e ti ritrovi per le mani pure qualche bel ritratto e vale la pena perderci del tempo con le maschere di luminosità (addirittura). Un pensiero si insinua nella tua testa e cominci a pensare che, dopotutto, potrebbero averti scelto anche perchè fai delle foto... emotive. Ecco si, emotive!

Invece (tu ancora non lo sai), inesorabile, si è già  sganciato il primo stadio di un razzo fuori controllo e la corsa sfrenata verso l'infinito subisce una brusca quanto irreversibile accelerata.

Il fotografatore pop pensa di aver capito qualcosa di più; lo prende il sospetto che la sua sia una fotografia di sostanza.
Quello che non sa, il tapino, è che mentre lui sta a filosofeggiare, le sue fotografie "emotive" stanno già cinguettando sui vari social in rete.
Questo perché ovviamente lui snobba FB e compagnia varia.

Le foto, infatti, arrivano a occhi sbagliati, qualcuno si fa opinioni sbagliate e concepisce idee ancor più sbagliate.

"Sai Cicerone, ci sarebbe la comunione del piccolo Pieramedeo (nome di fantasia ndr), non è che potresti farci qualche foto al ristorante?"
I miei fan sanno che odio fotografare mentre mangio, ma Pier è per vie traverse anche sangue del mio sangue.
Accetto.
A questo punto si innesca una reazione a catena che al Cern si fregherebbero le mani.
Ci sono altri bambini, ovviamente, a far la prima comunione (che teneri). Ne conosco almeno i due terzi.

La più intraprendente delle mamme mi contatta. E' la loro portavoce.
La conosco piuttosto bene. Fastidiosa come una Cartagine d'annata.
"Ma già che ci sei perché non ci fai tu le foto in chiesa? Tanto sei comunque invitato! Solo qualche foto ricordo, dai su!"
Nella mente si materializzano immagini tragiche: fatica, stress, mamme ansiose, preti che ti guardano minacciosi, figli (i miei) che sciamano senza controllo per la chiesa, la moglie (la mia) che potrebbe farmela pagare a tempo indeterminato...
Per farla breve le propongo tutto il repertorio dei motivi per cui no, ma quella ribatte colpo su colpo. Eloquio allo stato puro!


Arriva la fatidica domenica.
Visto che le bastava solo qualche foto ricordo, la punica mi ha chiamato la mattina precedente: su WA mi manda una foto della figlia perché io sia certo di riconoscerla fra gli altri bambini; "vuole" anche il backstage... tanto "è sufficiente arrivare un'oretta prima della messa" e tanto "non ti preoccupare che a quell'ora troverai facilmente da parcheggiare"...

Così mi tocca fare la levataccia e trascinare l'intera famiglia due ore prima dell'evento. Ma in fondo è per la gloria della fotografia pop, no?

"Cara -dico- secondo te la cravatta azzurra ci sta be..."
"PERFETTA, vesti i bambini PER PIACERE"
Pleonastica.
Gelida.

In pieno centro storico non c'è un posto a pagarlo. Quelli predisposti dal sindaco sono inutilizzabili per lavori in corso.
Parcheggiamo ad almeno un chilometro e mezzo dalla chiesa.
Piove e tira vento di bora.
Sento dentro di me i pensieri di mia moglie che inspiegabilmente continua a mostrarsi scontrosa e infastidita.
Nonostante tutto arriviamo appena in leggero ritardo.
Trovo la Didone de noantri cha fa da sentinella e che mi guarda con aria di rimprovero: "i bambini sono già dentro!...".

Backstage, la vestizione, la processione, la messa ha inizio tra gli sbuffi di incenso.

Le cose prendono la piega giusta, trovo il ritmo, l'illuminazione è buona. Via coi miei amati 35 e 100.
Sono in una posizione strategica per beccare i bambini uno a uno.

Improvvisamente, alla mia sinistra sento "PSST PSSSST".

Mi volto.
Un distinto signore in gessato grigio mi fa "io sono lo zio di Pieradele (nome di fantasia) mi fa una foto?"
Faccio finta di non sentirlo.
Allora si alza e viene da me.
"Me la fa una foto? sono lo zio di Pieradele"
A parte che non so chi sia questa Pieradele, senza togliere l'occhio dal mirino gli rispondo con un sibilo "volentieri, ma alla fine", ma dentro di me lo mando con urgenza al vespasiano.

Lui invece è convinto di aver catturato il mio interesse e continua "sa sono un fotoamatore, lei usa priorità tempi o diaframmi?"
Questa volta lo guardo (con odio) e gli rispondo "manuale".
"Non ci credo!"

Mi allontano per non essere volgare nella Casa del Signore.

Incocio lo sguardo di mia moglie, lei si volta dall'altra parte.

Ma poco dopo mi trovo a ripassare.
"Psst pssst ci ho pensato su, sa? ho capito come fa a scattare in manuale: lei usa gli autoiso!"

Allungo il passo e vado all'altra navata.
Siamo alla fine, foto ricordo davanti all'altare. Sto scattando.
"Non ci credo lei usa i fissi! ma come si fa? Io a teatro uso solo il 70-200/2.8"

Lo ignoro e continuo a impartire ordini secchi alle famiglie
"E quindi lei usa gli autoiso giusto? altrimenti non sarebbe possibile regolare contemporaneamente iso, tempi e diaframmi, dico bene?"
Sbotto "senta, gli autoiso non ce li ho perché uso due macchine di dieci anni fa. Pieranselmo (nome di fantasia) fammi un sorriso!"
Lo stalker finalmente se ne va.
Ho perso la sua stima.

Fine della fiera, tutti a mangiare. In qualche modo l'ho sfangata, penso.

Ma la sera mi richiama lei, l'arcinemica di Roma: "mi giri le foto?"
Glielo rispiego: i raw, lo sviluppo, bla bla.
"si ma io devo mandare le foto di Pierluigia (nome di fantasia) ai miei parenti che stanno sulla stazione spaziale".

Finalmente la mia mente ottusa si apre: lei vuole fast-foto. Le deve mettere sui diciotto social cui partecipa.
Glielo spiego in altri termini: sono un fotografatore pop, faccio foto emotive, ho bisogno dei miei tempi e dei miei modi per esprimere la mia  narrat...
Tronca la conversazione.
E' arrabbita.

Delusa.

Pensava diverso.

Pensava meglio.
"foto emotive o non, basta che prima o poi me le dai. Possibilmente prima.".

Faccio un tour de force, lavoro X ore (al posto dell'incognita mettete voi il numero che vi pare) in un giorno.
Le carico su google drive e giro il link.
Risposta "più tardi ci do un'occhiata".

Ora si comincia a capire perché da Cicerone siamo scivolati indietro di un paio di secoli fino a Catone e al suo "delenda carthago" .
Ora lo ammetto, i nemici bisogna farli fuori appena compaiono all'orizzonte.
Soprattutto quando si tratta di una tua ex e tu vuoi comunque fare il gentile.

Stavolta aveva ragione lei, mia moglie...
Ma d'altro canto si sa che dietro a un grande fotografatore PoP c'è sempre una grande moglie più sveglia di lui.


Ovviamente fatti e persone sono totalmente frutto della mia incontrollabile fantasia.