Il ritorno del Fotografatore PoP: la battaglia contro gli infestanti

01.06.2017 16:21

Ci son delle cose su cui sarebbe opportuno tacere, penso che sarete d'accordo. 
Ma uno dei risvolti più affascinanti della scrittura, è il suo straordinario potere liberatorio. 
E allora che il mio triste lamento laceri l'aria e scuota le fondamenta. 

Man mano che si avvicina la fatidica data di un matrimonio da vivere da fotografatore, l'angoscia è solita aumentare gradualmente fino a raggiungere picchi di insonnia e di mal di pancia.
Uno si immagina problemi tecnici, che so, una reflex che non si accende, la scelta degli obiettivi da portarsi via, la ricarica delle batterie, le schede, il flash si o il flash no, e la pioggia e il caldo...
E i momenti salienti da non mancare o le mosse da non fare in chiesa? 

Mica semplice: le cose che possono andare storte sono infinite. 

Si, tutte preoccupazioni condivisibili e legittime. 
Ci mancherebbe. 
Eppure... 
Eppure il fotografatore evoluto, che ha girato il mondo e visto cose, sa per esperienza che i dettagli che fanno davvero la differenza potrebbero essere altri. E dai più addirittura inimmaginabili. 


Si potrebbe parlare della riserva di kleenex (puliti!) da avere in tasca accanto alle batterie e alle schede di memoria: fondamentali quando, durante la sessione di ritratti, alla sposa gocciola immancabilmente il naso. 
Oppure della necessità di istruire taluni pseudo autisti che prima di scaricare la sposa davanti alla chiesa si preoccupano di trovare parcheggio alla propria fuori serie. 
O persino del fatto che bisogna essere fini psicologi e avere polsi d'acciaio quando, all'ultimo istante prima di uscire, la poveretta si rimira allo specchio e decide che con quel vestito appare orribile. 


No, c'è di peggio. 
Esiste una subdola categoria di imprevisti, che poi imprevisti non sono mica tanto. 
Subdola perchè si può nascondere ad ogni passo, dietro ogni banco di chiesa, dietro il bouquet, dietro la nonna dello sposo, dietro un vassoio di crostini al baccalà. 
Subdola perchè ti capita tra capo e collo esattamente quando hai da gestire altre emergenze. 
Subdola perchè non c'è rimedio, non c'è soluzione. 
Subdola perchè ti manda in malora il fegato, oltre che le fotografie. 
Non sto parlando di temporali imprevisti o di reflex che vanno in pezzi. Quello sarebbe niente. 


Parlo di loro, degli infestanti ! 
Ci sono molte sottospecie, di infestanti. 
Gli infestanti formano una famiglia propria, ramificazione evolutiva distorta con ascendenze presso il mondo delle zanzare. 
Non hanno tratti somatici rivelatori nè appartengono a classi definite. 
In genere si accoppiano tra di loro ma non disdegnano le combinazioni meticce. 
Si nutrono esclusivamente della rabbia dei fotografi, prediligendone in special modo la frustrazione e la rassegnazione. 
Essi, si suddividono in sottospecie dai tratti più marcatamente definiti. 


La prima, di cui ci occupiamo, è la categoria del "quello del rullino".
Questo primo genere di infestante, vive normalmente all'ingresso delle chiese o delle sale comunali. 
Può essere sia maschio che femmina. Il più delle volte, non è giovanissimo. 
Si mimetizza nell'ambiente per tendere degli agguati alle sue prede. 
Il fotografatore arriva con zaino e cavalletto in spalla, reflex con flash al collo e secondo corpo in mano. In cuor suo sta maledicendo quella mezz'ora di ritardo della parrucchiera e i 25 minuti oltre il concordato prosciugati dalla truccatrice. 
E' trafelato. 
Normalmente fa un caldo assassino oppure piove a dirotto. In ogni caso è sudato da schifo, perchè ha dovuto parcheggiare lontano un miglio (decidersi a pigliare un assistente n.d.r.) e deve sbrigarsi perchè la sposa arriverà da un momento all'altro. 
ZAC! scatta la trappola! dal nulla appare "quello del rullino" e lo aggredisce: "Ciao!" 
Il fotografatore socchiude gli occhi ma niente, è sicuro di non averlo mai visto prima. 
"Ti sei ricordato di mettere il rullino nella macchinetta?" 
Risolino finto, cerco di divincolarmi. Ma quello mi ha azzanna: "Spetta che ti racconto di quella volta che il fotografo non aveva messo il rullino e se ne è accorto solo a metà cerim..." 
"Guardi, mi spiace ma sono veramente in ritardo" 
"Ah certo, capisco! E insomma, quello pensava di aver fatto tutte le fotografie e invece non aveva niente. E così poi lo sposo ha preso il turibolo e glielo ha infil..." 
Con uno strattone mi libero della sua presa al braccio e corro via mandandolo a quel paese a voce non troppo bassa. 
E con il braccio finalmente libero, in corsa, mi applico con dovizia a certi gesti scaramantici. 
Ecco, "quello del rullino" è un attira iella, paragonabile solamente a quelli che alle donne incinte snocciolano le statistiche sulla morte di parto. Io non sono scaramantico e certamente neppure voi. Ma per non saper nè leggere nè scrivere... 


La seconda sottospecie degli infestanti è quella del "reporter statico".
Lui si scava la tana fra i banchi delle chiese, nè troppo avanti nè troppo indietro. 
A metà. 
Perchè lì ha più possibilità di far vittime. 
La sposa col suo babbo è già entrata, la navata è vuota e lì in fondo il futuro marito è in fremente attesa. 
Il fotografatore la immortala da par suo, la precede, si alza, si abbassa, cerca in pochi concitati istanti il punto di ripresa migliore. 
Poi, all'improvviso, imbraccia il secondo corpo e si volta fulmineo per riprendere col teleobiettivo la di lui espressione trasognata e... 
PAM! Sbatte contro uno alto due metri che con la sua compattina si è piazzato al centro della navata per fotografare la sposa. 
"Togliti di torno!" è il sibilo che mi esce dalle labbra. "×" è l'appelativo che, minimo, dovrei rivolgergli. 
Ma siamo nella casa del Signore. 
Quello non si muove. 
Per lui è questione di vita o di morte. 
Allora gli dò una spallata e lo scaravento di lato. Marito nel mirino ma a questo punto la fotografia se va bene, sarà mossa o inquadrata come nemmeno Polifemo. 
Il "reporter statico", di solito, si scopre che non è nemmeno nella lista degli invitati. 


Voltiamo pagina e passiamo alla categoria della "vecchia social".
Le "vecchie social" sono delle infestanti che si muovono e cacciano in branchi. 
Hanno obbligatoriamente più di sessantacinque anni e per regolamento devono avere un account su tutti i social network. 
Sono spesso sovrappeso (delicato eufemismo), vestite con abiti sgargianti, hanno lo smartphone di ultima generazione e la cover fluo. Probabilmente per riconoscersi in mezzo alla folla. 
Hanno elaborato nel tempo una straordinaria tattica di gruppo e circondano la preda in pochi istanti. Il loro scopo è postare per prime in tutti i social le foto degli sposi. Non importa che nella foto gli stessi siano irriconoscibili, l'importante è piazzare i tag giusti. 
Se riguardate le foto del vostro matrimonio scoprirete facilmente la loro presenza: sono quelle con le tette grosse e i telefonini fluorescenti. 


Passiamo alla categoria del "videomaker estremo".
Non è propriamente un infestante. E' più un parassita. 
Il "videomaker estremo" ll più delle volte è famoso per essere un fascinoso youtuber. 
Vestito sempre alla moda. Gel nei capelli. 
E' un amico dello sposo, di solito. A cui chiedere (gratis) un piccolo video della cerimonia. 
E lui è autore di video geniali e spassosissimi. 
Dice lui. 
Non usa la videocamera. Macchè. Roba superata. 
Lui usa lo smartphone. 
Siccome non si preoccupa minimamente di quel che gli succede intorno perchè è impegnato nel suo straordinario video, quando vede il fotografatore muoversi in cerca di un produttivo appostamento, lo segue quatto quatto. E lesto come una faina, quando quello ha trovato il suo nido, lui gli si fionda di fianco, protende le sua braccine e si muove avanti indietro. 
Perchè lui non zoomma. 
Lui è un creativo. 
E' talmente creativo che compare in tre quarti delle fotografie. 
Con il suo smartphone. 
Non esiste un modo per sbarazzarsene una volta per tutte. 
Si può al massimo provare a distrarlo mostrandogli un'invitata carina o un vecchio che dorme. Soggetti che possano regalargli cammei preziosi. 


Un altro tipico infestante è il "il migliore per te", noto anche con il nome comune di invitato fotoamatore . 
Egli è un erudito, frequenta i forum. Ha fatto anche un corso. 
Durante il ricevimento "il migliore per te" ti si avvicina furtivo. 
Ti sfiora la spalla con un braccio (mentre stai fotografando col 200). 
E per essere sicuro di avere la tua attenzione ti fa TAP TAP. 
"Sai, vorrei comprarmi la reflex. Quale modello è il migliore per te?" 
Senza guardarlo, gli ribatto "Quanti soldi hai?" 
Lui balbetta. E' sopreso da questa mia mancanza di tatto. 
"Pigliati la più costosa che puoi permetterti" 
"Si -mi fa- ma che marca? che modello? qual è il migliore per te?" 
"A parità di prezzo son tutte uguali, fanno tutte le stesse cose. Fa lo stesso". 
Allora si avvicina, si toglie gli occhiali da sole, strizza un po' gli occhi e guarda il 5 stampigliato sulla carena. 
"Ma è mark II o III?" 
"No guarda, niente mark. Solo 5" 
"Ah..." 
Si rimette gli occhiali e se ne va. 
Questo tipo di infestanti si vince solo con l'umiltà: bisogna dimostrarsi ignoranti, antiquati e possibilmente pure un po' zotici. 

C'è un ultimo, grande e terribile tipo di infestanti. Sono i più pericolosi, i più malefici, quelli che producono più danni.
Si, amici, parlo di loro, degli "inopportuni".
Gli "inopportuni" non hanno sesso, non hanno età, non hanno titolo.
Niente che li possa rendere riconoscibili a prima vista.
Possono essere ragazzini, giovani e procaci signorine, affermati professionisti, stimati pensionati...
Sono talmente pericolosi che arrivano ad abbandonare il buffet e la caraffa del prosecco pur di eliminare definitivamente il fotografatore.
Loro ti tengono d'occhio, sentono il tuo odore e la tua paura.
Il momento in cui prediligono scatenare tutta la violenza del loro attacco è quello dei [B]ritratti posati[/B].
Ti seguono da lontano e quando tu gli stai dando le spalle ti sono addosso.
"Secondo me quella posa fa schifo!"
"Perchè non fate finta di litigare? ha ha ha ha!"
"Perchè non li fai mettere a cavallina?"
"Wow bellissima questa! fermi così che vi faccio una fotografia anch'io!"
"Wow bellissima questa! fermi così che vengo e ci facciamo un selfie!"
"Amoreeee sei stupendaaaaa!"
"Ba-cio! ba-cio! ba-cio!"
"Guardate di quaaaa, guardate di quaaaa!!"
"Guardate me, guardate meeee!"

Tu provi a difenderti: "Signori vi prego, dateci solo cinque minuti..." 
Ma mentre ti sei distratto con quelli alla tua destra, quelli dell'ala sinistra sono già arrivati agli sposi e si stano facendo il selfie. 
Allora tu prendi sottobraccio quello che sembra il capo, ti allontani di qualche passo e gli sibili "dovete andare via e smetterla di rompere hai capito?" 
Quello ti guarda stupito e fa "Oh beh, perchè scusa? solo tu hai il diritto di fare le foto?" 
Questi sono gli stessi che quando vedranno i ritratti degli sposi che guardano a destra o sinistra invece che in camera, avranno da ridire sulle competenze del fotografatore.

E il loro capo arriverà a raccontare di essere stato pure minacciato da quel gran maleducato. 


Ci sono molti altri tipi di infestanti, figure minori ma non per questo meno degne di nota. 
Ci sono i "contatori", quelli che ogni mezz'ora vengono a chiedere quante foto hai scattato. 
Ci sono i "vendicatori", quelli che ti colpiscono apposta col riso. 
Ci sono gli "ufo", quelli che vorrebbero cogliere l'occasione per farsi fare un intero album di famiglia.
Ci sono i "tanto poi", quelli che siccome c'è Photoshop tanto poi li puoi cancellare se sono sempre in mezzo a sproposito. 

Ci sono, ci sono , ci sono... 


Ce ne sono finchè volete.